Ecco è questo
che butto nella mischia
un cuore ferito
un polso mal collegato con il resto
vorrei riposare in un basso
in un alto rilievo
l’occhio una quieta mandorla di marmo
non muovere un dito.
Bartolo Cattafi “È questo”
di momix 7 commenti
Ecco è questo
che butto nella mischia
un cuore ferito
un polso mal collegato con il resto
vorrei riposare in un basso
in un alto rilievo
l’occhio una quieta mandorla di marmo
non muovere un dito.
Bartolo Cattafi “È questo”
di momix 1 Commento
Sono io, Cassandra.
E questa è la mia città sotto le ceneri.
E questi i miei nastri e la verga di profeta.
E questa è la mia testa piena di dubbi.
È vero, sto trionfando.
I miei giusti presagi hanno acceso il cielo.
Solamente i profeti inascoltati
godono di simili viste.
Solo quelli partiti con il piede sbagliato,
e tutto poté compiersi tanto in fretta
come se non fossero mai esistiti.
Ora lo rammento con chiarezza:
la gente vedendomi si interrompeva a metà.
Le risate morivano.
Le mani si scioglievano.
I bambini correvano dalle madri.
Non conoscevo neppure i loro effimeri nomi.
E quella canzoncina sulla foglia verde –
nessuno la finiva in mia presenza.
Li amavo.
Ma amavo dall’alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e da dove nulla è più facile del vedere la morte.
Mi dispiace che la mia voce fosse dura.
Guardatevi…
View original post 110 altre parole
di momix 5 commenti
Lunedì, un ago
Aspetta il filo per cucire.
Martedì, una bocca
Sorride alla rugiada.
Mercoledì, è la tua mano
la promessa luminosa.
Ma i tuoi seni, giovedì
Un giorno solo hanno per vivere.
Venerdì, non una parola:
Si aspetta l’avvenire.
Sabato è un miracolo
Vestito di pigrizia.
Domenica, le tue carezze
dimenticano di invecchiare.
Edmond Jabès, “Canzone dei giorni di pace”, trad. Marco D. Conti, da Chansons pour le repas de l’ogre, in Le Seuil Le sable (1943-1988) Gallimard, 1999.
di momix 2 commenti
e poi arriva il puntino di .marta
di momix 6 commenti
Però non me lo spiego
questo cielo così lontano
assente distaccato ti sfiora
e non lo senti o non ti sfiora? Non so.
Non me lo spiego questo suo giocare con le nubi
parlarci si parleranno no?
in una lingua tutta loro o non ne avranno bisogno
forse
così compenetrati stratificati intersecati
fino a perdere confini dettaglio
non trascurabile, direi.
Proprio non me lo spiego questo mio desiderio
d’appartenergli e possederlo sempre così
umanamente
inappagato – inappagabile. Disgraziato.
musica Erik Satie – 6 gnosiennes
di momix 2 commenti
Ho veduto solo una volta
un sole così insanguinato.
E poi mai più.
Scendeva funesto sull’orizzonte
e sembrava
che qualcuno avesse sfondato la porta dell’inferno.
Ho domandato alla specola
e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto
e cammina su due gambe.
Ma il paradiso?
Può darsi che il paradiso non sia null’altro
che un sorriso
atteso per lungo tempo,
e labbra
che bisbigliano il nostro nome.
E poi quel breve vertiginoso momento
quando ci è concesso di dimenticare velocemente
quell’inferno.
Jaroslav Seifert
di momix 2 commenti
Quando risposi che venivo “da molto lontano”,
il poliziotto al posto di blocco mi domandò con tono brusco,
“E dove sarebbe, questo posto?”
Aveva compreso a malapena le mie parole e pensò
si trattasse di qualche posto al nord del Paese.
E tra il punto in cui ho vissuto e quello
da cui sono partito, c’è una distanza ancora da colmare
– luce stellare che viene da lontano, in viaggio
da anni luce – e anni luce lontana dall’arrivo.
Séamus Heaney da Rotta di volo, 5
traduzione Erminia Passannanti
di momix 1 Commento
Ma poi che sento l’anima aderire
ad ogni pietra della città sorda
com’albero con tutte le radici,
sorrido a me indicibilmente e come
per uno sforzo d’ali i gomiti alzo.
Camillo Sbarbaro da Pianissimo
musica Nitin Sawhney – daybreak
di momix 2 commenti
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Umberto Saba, da Amai, in Canzoniere
musica Ane Brun – Lullaby for grown-ups