Parole nel Secchio

Attinte dal fondo degli animi

Là in quell’infinità

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​Capo di tutti i capi dell’universo. 

Signor so-tutto, burattinaio intrigante, 

e qualsiasi altra cosa tu sappia fare. 

Avanti, smazza i tuoi zero questa notte. 

Intingi nell’inchiostro code di comete. 

Graffetta la notte con luci di stelle. 


Meglio per te sarebbe leggere nei fondi di caffè, 

o sfogliare l’Almanacco dell’Agricoltore. 

Ma no! Ti piace darti arie, 

e coltivare la tua rinomata serenità 

mentre siedi alla grande scrivania 

con niente di niente nel vassoio 

della corrispondenza in arrivo o in partenza, 

e tutta quell’eternità disseminata intorno. 


non ti fa accapponare la pelle 

sentirli supplicare in ginocchio, 

farfugliando tenere parole come se tu 

fossi una bambola gonfiabile a grandezza naturale? 

Di’ loro di rimettersi in sesto e andare a letto. 

Basta fingerti troppo occupato per notarlo. 


Le tue mani sono vuote e così i tuoi occhi. 

Niente su cui apporre la tua firma, 

anche se tu sapessi quale nome darti, 

o credessi a quelli che continuo a inventare 

mentre per te scarabocchio quest’appunto nel buio. 


Charles Simic ‘al tizio del piano di sopra’

Musica thievery corporation – holographic universe

Autore: momix

faticosamente ripulita dai dogmi

4 thoughts on “Là in quell’infinità

  1. Bella..vorrei leggere quello che stava scrivendo il tizio sotto x “lui”

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