Fissare il nulla è imparare a memoria
quello in cui noi tutti verremo spazzati, e spogliarsi
al vento è sentire l’inafferrabile “qualche luogo” farsi vicino.
Le piante possono piegarsi o stare ferme. Il giorno o la notte possono essere quello che vogliono.
Quello che desideriamo, più che una stagione o un clima, è la consolazione
di essere estranei, almeno a noi stessi. Questo è il nocciolo
della questione, ed è il motivo per cui anche adesso pare che aspettiamo
qualcosa la cui apparizione sarebbe il suo svanire –
il rumore, ad esempio, di qualche foglia che cade, o una foglia sola,
o meno. Non c’è fine a quanto possiamo imparare. Il libro laggiù
non dice altro, e non è stato affatto scritto con in mente noi.
Mark Strand – La notte, il portico
Musica DCD – don’t fade away
Maggio 26, 2016 alle 10:00
Ciao Momix 🙂
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Maggio 26, 2016 alle 14:11
Ciao martaBella!!! ❤
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