Parole nel Secchio

Attinte dal fondo degli animi


3 commenti

show me the place

Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.

Mariangela Gualtieri da “Parsifal”

 

 

musica Leonard Cohen – Show me the place

Immagine

Immagine Pierre Mornet


Lascia un commento

qui sono e voglio restare

Non so altrove,
ma qui sulla Terra c’è abbondanza di tutto.
Qui si producono sedie e afflizioni,
forbicine, violini, tenerezza, transistor,
dighe, scherzi, tazzine.

Forse altrove di tutto ce n’è di più,
solo per certe ragioni là mancano dipinti,
cinescopi, ravioli, fazzolettini per il pianto.

Qui ci sono luoghi con dintorni in quantità.
Ad alcuni puoi essere molto attaccato,
chiamarli a tuo modo
e preservarli dal male.

Forse ci sono luoghi simili altrove,
ma nessuno li considera belli.

Forse come in nessun posto, o in pochi,
qui trovi un torso a sé stante,
e insieme a lui gli accessori che servono
per aggiungere bambini propri agli altri.
E poi le mani, le gambe e una testa stupita.

L’ignoranza qui ha molto lavoro,
conta, confronta, misura di continuo qualcosa,
ne trae conclusioni, ne estrae le radici.

So bene cosa pensi.
Qui non c’è nulla che dura,
perché da sempre e per sempre in balia degli elementi.
Bada però – gli elementi si stancano in fretta
e ogni tanto devono riposare a lungo
fino alla volta successiva.

E so cos’altro pensi.
Guerre, guerre, guerre.
Però anche fra loro capitano intervalli.
Attenti! – Gli uomini sono cattivi.
Riposo! – Gli uomini sono buoni.
Sull’attenti si producono luoghi deserti.
A riposo col sudore della fronte
si costruiscono case e ci si vive alla svelta.

La vita sulla Terra costa abbastanza poco.
Per i sogni ad esempio qui non paghi un soldo.
Per le illusioni – solo se perdute.
Per il possesso del corpo – solo con il corpo.

E come se ciò non bastasse,
si va senza biglietto sulla giostra dei pianeti,
girando a sbafo, nella tormenta di galassie,
in tempi così vertiginosi
che niente qui sulla Terra potrebbe fare un passo.

Su, su, osserva bene:
il tavolo sta dove stava,
sul tavolo il foglio, come è stato messo,
dalla finestra socchiusa solo una folata d’aria
e neanche una crepa paurosa sui muri,
per la quale ti si soffi via – da nessuna parte.

Wislawa Szymborska – “Qui”

 
Immagine

Dipinto Felice Casorati